L’ortodonzia, della quale si sente spesso parlare, è la branca dell’odontoiatria che si occupa dell’occlusione dentale, vale a dire di come “ingranano” i denti superiori con quelli inferiori, ma anche di come crescono e di come si rapportano con le ossa del viso (mascella e mandibola). In base all’età del paziente, gli aspetti da considerare sono diversi e necessitano di attenzioni specifiche.

Estremamente importante è l’ortodonzia infantile, poiché si occupa dei bambini piccoli, a partire dai 5-6 anni di età, quando è presente la dentizione decidua o quando iniziano a fare capolino i denti permanenti. L’ortodonzista pediatrico deve valutare lo sviluppo strutturale ed organico dei piccoli pazienti.

Tuttavia, in questa fase viene data maggiore importanza alla crescita scheletrica, poiché è possibile ottenere un’occlusione corretta solo se il rapporto tra le due ossa mascellari è adeguato. Di fatto, tale aspetto può essere compromesso da deficit o eccessiva crescita di un osso rispetto all’altro o dal prolungamento di abitudini viziate (succhiamento del dito, utilizzo del ciuccio, ecc.).

Quali sono le modalità di intervento previste?

Il rapporto tra le ossa mascellari può essere valutato attraverso l’esame clinico, l’analisi facciale del paziente e l’analisi cefalometrica. Una volta effettuato lo studio del caso e distinte le abitudini viziate dai problemi di natura scheletrica, è possibile agire con differenti approcci, a seconda delle necessità e delle problematiche riscontrate.

In caso di alterazioni scheletriche, l’ortodonzista pediatrico deve avvalersi di dispositivi di tipo “ortopedico”, in modo da correggere la crescita sbagliata delle ossa mascellari. É questo, infatti, il momento perfetto per intervenire, in quanto il piccolo paziente è ancora in fase di crescita. Ciò permette di agire su ossa non ancora completamente formate, stimolandone il corretto sviluppo.

Se, invece, vengono individuate alterazioni dovute al prolungamento di abitudini viziate, è necessario provvedere a correggerle, intervenendo sulle anomalie dentali o posturali che, se protratte, tendono a stabilizzarsi ed a diventare strutturali, complicandone notevolmente la correzione in età avanzata. Vuoi sottoporre tuo figlio ad una visita di ortodonzia pediatrica Milano, ma non sai quale sia l’età più indicata per farlo? Meglio il prima possibile. Ma vediamo nello specifico.

Quando e perché occorre fare una visita ortodontica pediatrica?

Molti genitori si chiedono quando sia meglio sottoporre il proprio bambino ad una visita ortodontica pediatrica. Di fato, dopo l’eruzione dei denti da latte ogni momento è buono. Come mai? Perché in molti casi c’è bisogno di un intervento precoce, al fine di scongiurare in età adulta la necessità di fare ricordo alla chirurgia, per contrastare malocclusioni dentali e scheletriche.

La stessa cosa vale anche per i bambini che presentano abitudini viziate (uso prolungato del ciuccio, respirazione orale, deglutizione atipica, ecc.). Infatti, se vengono eliminate in tempo e viene attuata una rieducazione fonetica, fisiologica e funzionale prima che comincino a cambiare i denti da latte, i risultati saranno certamente migliori. Di fatto, è fondamentale che inizi il prima possibile una collaborazione tra l’ortodonzista infantile ed i genitori, in modo da garantire al bambino un’ottima salute dentale, ma soprattutto i minori interventi possibili.