Per moltissimi anni uno scarso approfondimento e un approccio poco scientifico hanno impedito l’analisi clinica e universitaria di un gruppo di molecole, comunemente presenti nella pianta della cannabis indica e sativa.

Da un lato i produttori e dall’altro gli enti governativi hanno intrapreso strade divergenti, che ha portato a far esprimere il THC oppure a impedire gli studi sulla canapa proprio a causa della presenza di questa molecola.

Il risultato è che solo di recente ci siamo trovati di fronte alla possibilità di cominciare analizzare gli effetti degli altri cannabinoidi, in particolare il CBD. Questo ci ha dato sin da subito risultati interessanti, anche come riportato in questo interessante articolo.

Dall’alimentazione antica alla cura dello stress

La canapa fa parte della cultura umana da epoche, preistoriche quando veniva raccolta per preparazione di fibre tessili e cordami e utilizzata come medicinale, un po’ come accadeva con la maggior parte delle piante selvatiche.

I semi altamente proteici erano anche importantissimi come cibo sia per l’uomo che per gli animali. Non mancava anche la componente mistica legata al consumo dei fiori, anche sotto forma di miele, ma all’epoca questa era considerato perfettamente normale e del tutto compatibile con le culture nomadi e sciamaniche.

Dopo molto tempo, però nelle società occidentali proibizioniste è stato creato il collegamento automatico tra cannabis e sballo che ha letteralmente bloccato la ricerca scientifica e la sua produzione come alimento e per le fibre per decenni.

Quando finalmente si è passati ad un approccio più razionale, ci si è resi conto di come, oltre THC, fossero presenti molte altre sostanze, che sono state raggruppate sotto il nome di cannabinoli, presenti con concentrazioni spesso irrisorie.

In particolare, studiando il cannabidiolo o CBD, come viene comunemente chiamato al giorno d’oggi, ci si è resi conto che non solo si trattava di una sostanza assolutamente priva di effetti psicoattivi, a differenza del più noto THC, ma che presentava molti effetti positivi in vari campi terapeutici.

Il consumo di prodotti derivati dalle piante con alte percentuali di cannabidiolo, infatti, consente un notevole senso di rilassamento muscolare, legato al fatto che il CBD si lega ai recettori del sistema endocannabinoide, presente nel nostro organismo.

Si tratta di neuro recettori chimici responsabili della produzione di un complesso di enzimi e ormoni, che vengono regolati e attivati da molecole che presentano radicali compatibili con il CBD.

Un esempio sono la serotonina e la dopamina. La prima è legata alla qualità del sonno e del sogno, mentre la seconda al piacere fisico in generale e alle sensazioni di rilassamento.

Ciò che ha stupito i ricercatori è il fatto che il CBD, una volta superata una certa concentrazione nelle piante e abbassato drasticamente quella di THC, continuava ad avere effetti positivi, sia per persone sane che per soggetti con problemi di varia natura, muscolare e nervosa.

Usare il CBD per contrastare dolore e stress

Il consumo di prodotti a base di CBD, infatti, da parte di soggetti ansiosi o con problemi di concentrazione, ha rapidamente dato risultati molto interessanti, perché in situazioni sperimentali a livello clinico è stato riscontrato un notevole calo degli accessi di ansia e di attacchi di panico.

Questo persino in casi di soggetti con pregressi di forte stress post traumatico. In letteratura vengono riportati persino casi di persone che prima dell’uso di olio di CBD sono completamente incapaci di gestire il panico in condizioni ordinarie mentre con poche gocce riescono ad affrontare discorso in pubblico davanti a folle consistenti, senza perdere concentrazione.

L’indagine però si è spinta decisamente più in là, permettendo di scoprire che non sono soltanto gli stati di ansia e nervosismo ad essere influenzati dall’uso del CBD, ma anche problemi di irritazione patologica e disturbi dell’alimentazione legati a fattori nervosi possono essere trattati con questo olio.

In sostanza il senso di generale rilassamento introdotto dall’ impiego di questo tipo di olio con concentrazione calibrata, ha permesso a molte persone con problemi di deglutizione legati a sindromi muscolari, anoressia nervosa e altri stati difficili da trattare di riprendere progressivamente un rapporto normale col cibo.

Il CBD è anche un potente miorilassante e analgesico che agisce prontamente nel caso di dolori muscolari persistenti, anche se non risolve le cause scatenanti.

Offre un sollievo piuttosto prolungato e permette di riprendere un ritmo normale senza doversi privare della propria libertà e senza bisogno di assunzione di medicinali di sintesi, che notoriamente hanno soglie di tolleranza crescenti e non sempre offrono risultati ottimali.

Il CBD è psicoattivo, dà dipendenza?

Come già detto il CBD non è una sostanza psicoattiva e quindi non si può assolutamente considerare in nessuna maniera stupefacente, perché non da dipendenza e non ha effetti collaterali negativi.

Questo a meno di considerare tali l’incremento dell’appetito, un possibile ma molto raro senso di nausea nel caso di sovradosaggio e in alcuni casi una leggera sonnolenza, che è correlata con il rilassamento muscolare e il calo della tensione.

A non scendere invece è l’attenzione perché il CBD non influenza la risposta dei neurorecettori e i riflessi, ma anzi permette di avere un maggior controllo di sé, soprattutto quando si deve affrontare una situazione di stress persistente.

Questo significa che CBD si applica in maniera molto buona sia per soggetti con uno stile di vita particolarmente pesante dal punto di vista lavorativo e personale, ma anche per chi semplicemente è costretto a passare molto tempo davanti al computer in posizioni scomode e scarsamente compatibili con la salute della schiena. Questa è una situazione sempre più frequente al giorno d’oggi.

Il CBD, inoltre, come già detto tra i suoi effetti collaterali presenta quello di causare una leggera sonnolenza, nel caso in cui le condizioni di utilizzo risultano essere favorevoli a questo fenomeno.

Non è un sonnifero ovviamente ma è soltanto una sostanza che permette all’organismo di riprendere il suo ritmo circadiano senza opporsi. Il risultato è che prendere olio di CBD prima di andare a dormire può tradursi in un sonno prolungato e profondo.

È utile a esempio se si lavora spesso allo schermo del computer, che a causa della luce blu degli ultravioletti è fonte di problemi di vista e concentrazione, causando mal di testa e irrigidimento muscolare a livello degli occhi.

Ci sono addirittura studi che portano a ritenere il CBD molto utile anche per gli animali domestici con problemi di stress o che mal si adattano alla vita in città.

Dove si trova l’olio di CBD?

Il CBD in Italia è legale e può essere acquistato tranquillamente nei vari negozi specializzati, oppure su internet, approfittando della grande professionalità di portali come Justbob.it, che è in grado di garantire da anni la qualità del prodotto, con una rete di canapai e laboratori certificati che rispettano la catena bio e le tecniche prescritte dal disciplinare.

Quello che importa è che la lavorazione sia ottimale e a freddo, tramite spremitura, che l’olio abbia la giusta concentrazione ma soprattutto che il residuo di THC ci trovi ben al di sotto delle soglie di sicurezza previste per legge dello 0,2%.